Migliaccio all’arancia
Ecco è arrivato anche il Carnevale. Oggi inizia ufficialmente la Settimana Nazionale del Carnevale nel Calendario del Cibo Italiano, promosso dall’Aifb. Nel blog è presente già una versione del migliaccio, ma in onore del Calendario e per festeggiare al meglio questa settimana ho voluto rifarlo apportando alcune modifiche.
Il migliaccio è un dolce tipicamente campano, ma alcune versioni anche salate possiamo trovarle sia nella tradizione marchigiana che toscana. Persino l’Artusi parla di migliaccio romagnolo¹, preparato con sapa e sangue di maiale. Un tempo era preparato con farina di miglio (da qui il nome) con aromi e frutta candita. Il consumo di farina di miglio ha raggiunto il suo apice proprio nel Medioevo, per poi subire un lento declino a favore di altri cereali più produttivi.
Il periodo del Carnevale era immediatamente successivo al periodo di macellazione del maiale. Quindi molto probabilmente anche il migliaccio napoletano un tempo conteneva sangue di maiale². Come ci conferma anche l’Accademia della Crusca, il termine dal latino medievale miliaccium, compare a Napoli già nel 1016 con valore di pane di miglio. La forma italiana migliaccio risale al 1310 nell’uso del fiorentino Dino Compagni, con valore di impasto di sangue e farina. Nella tradizione gastronomica toscana è sinonimo di castagnaccio³.