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Food&Movies: Spaghetti House e la puttanesca

Spaghetti House è un film di Giulio paradisi del 1982. Interpretato da un magnifico Nino Manfredi, è ambientato a Londra e narra di un episodio realmente accaduto al ristorante Spaghetti House di Knightsbridge a Londra il 27 settembre del’75.

Tutta la storia si svolge all’interno di un ristorante, in cui condividono le giornate di lavoro Domenico dalla ciociaria, Salvatore dalla Sicilia, Efisio dalla Sardegna, Valentino dalla Toscana e Biagio dalle Marche. Sognano di comprare il locale dalla proprietaria cinese e cercano di vincere la nostalgia cenando con gli spaghetti alla puttanesca, preparati magistralmente da Domenico (Nino Manfredi).

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Food&Movies: Signori si nasce e il baccalà con le patate

Oggi è una giornata speciale, che mi sta particolarmente a cuore. Quasi 50 anni fa ci lasciava un genio, un uomo che accompagnato la mia infanzia, un mito che riecheggia in citazioni, racconti e ricordi di ogni italiano, ma soprattutto di ogni napoletano. Puntata speciale della rubrica Food&Movies!

Sto parlando del Principe Antonio de Curtis, che insieme a Maradona ed Eduardo fa parte dei santini, che ci portiamo sempre dietro, come talismani che ci ricordano sempre da dove veniamo. Si, perchè nessuno come lui ha saputo incarnare e reinterpretare tutti i luoghi comuni che ci caratterizzano.

Oggi quindi lo festeggiamo degnamente, con una Giornata Nazionale a lui dedicata, nel Calendario del Cibo Italiano, promosso dall’Aifb. Naturalmente puoi approfondire l’argomento, leggendo il bellissimo articolo di Lucia Melchiorre, del blog Le Ricette di Luci.

La fame atavica caratterizza tutta la sua produzione, una fame endemica e perenne che gli fa digerire pure le corde di contrabbasso (cit. Miseria e Nobiltà). In ogni film c’è almeno un piccolo richiamo a un cuoco, un piatto di spaghetti, una colazione mancata o al desiderio di una tavola imbandita. Il dopo guerra e la lunga e faticosa gavetta in una Napoli affamata hanno influenzato fortemente la sua formazione.

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Food&Movies: I Soliti Ignoti e la pasta coi ceci

Il cibo è da sempre protagonista del cinema italiano, ha raccontato soprattutto la nostra capacità di arrangiarci con poco. Un filo rosso che unisce tutta la filmografia del dopoguerra, tra povertà e cibo genuino, cucina popolare e convivialità.

Il film di cui ci occupiamo oggi è I soliti ignoti, pellicola in bianco e nero del 1958, diretta da Mario Monicelli. Il film apre la stagione della commedia all’italiana, che affonda le sue radici nell’avanspettacolo e nel varietà. Monicelli trae ispirazione per la storia da una novella di Italo Calvino, Furto in pasticceria. Cibo e ladri li binomio perfetto. Una banda esilarante, che sognano il colpo perfetto e invece di sbucare nel Monte di Pietà si ritrovano in cucina …

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Food&Movies: L’oro di Napoli e la pizza fritta di Sofia

La pizza fritta può essere considerata come una coperta di Linus, una certezza e un’istituzione. Una tradizione semplice e povera, che con pochissimi ingredienti può risolvere un pasto. Alla modica cifra di un euro puoi sfamarti, mentre ti perdi nei vicoli della città. Puoi gustarla in versione base, semplicemente avvolta nella tradizionale carta paglia oppure fritta in piccole palline accompagnate da crocchè di patate. Poi c’è la versione ripiena di ricotta e salame e la montanara fritta e poi farcita con salsa di pomodoro, parmigiano e basilico.

La pizzeria presente nel film è ancora in funzione e all’interno si possono trovare anche i cimeli d’epoca e locandine. Si chiama Starita a Materdei, se sei di passaggio a Napoli non puoi certo perderti gli angioletti fritti! Tra gli altri indirizzi famosi ci sono La Masardona, Sorbillo e tanti altri. Non c’è una vera ricetta ufficiale, in effetti si tratta di semplice impasto di farina, acqua e lievito, che può variare nelle dosi, nei tempi di lievitazione e nella qualità degli ingredienti.

La mia interpretazione prevede anche una parte di farina integrale, non me ne vogliano i puristi. Per quanto riguarda il lievito, va benissimo anche quello di birra. Mi sento di consigliarti ugualmente una lunga lievitazione e una dose minima (non eccedere con il lievito di birra), per ottenere comunque una pizza soffice e digeribile. Ma ora la smetto di chiacchierare e procedo con la ricetta.

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